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HAIRSPRAY: ecco 'madre' e figlia 'Grasso...è bello!'

HAIRSPRAY: ecco 'madre' e figlia 'Grasso...è bello!'

Teatro.Org ha intervistato alcuni dei protagonisti di “Hairspray – Grasso…è bello!”, la versione italiana, diretta da Massimo Romeo Piparo, dello spettacolo definito “il musical del decennio”, vincitore di 8 Tony Awards. Stefano Masciarelli interpreta nello spettacolo il ruolo en travesti di Edna Turnblad. A parte le ore di trucco, come nasce questo personaggio? Il personaggio è nato dopo aver visto il film di Adam Shankman l’anno scorso a Milano, mentre ero in tour, per il terzo anno consecutivo, con un altro musical, “La febbre del sabato sera”, sempre per la regia di Massimo Romeo Piparo. Dissi allora al regista: “Secondo me dovresti portare questo film a teatro”. E lui mi rispose: “Io ho già comprato i diritti. Mi farebbe piacere se tu interpretassi Edna”. Allora mi sono rivisto il film sei o sette volte per cercare di capire come farlo senza naturalmente imitare John Travolta, perché è sempre meglio avere personalità. Poi ho guardato mia madre, mia suocera, mia moglie, come si muovono, cosa fanno, come mettono le mani, come rispondono al telefono, come guardano i figli. L’ho costruito così e poi l’abbiamo messo in scena. Come reagisce il pubblico alla tenuta di uno spettacolo come questo? In Italia il bacino d’utenza è diverso rispetto a Londra o Broadway, questo è normale. Io vedo pochi bambini e giovani. Forse perché il Sistina è un teatro “di tradizione”. Tuttavia, da quello che sento. “Hairspray” è lo spettacolo del momento. La gente mi ferma per strada e mi dice: “Complimenti! Ti ho visto” oppure “Ti verrò a vedere, perché mi hanno detto che lo spettacolo è strepitoso”… C’è da dire che in un momento di crisi come quello attuale, questo spettacolo sta andando molto forte. Cosa può trasmettere oggi questo spettacolo al pubblico? E’ un musical che fa riflettere. Rappresenta un tuffo negli Anni ’60, dove, a mio parere, si viveva molto meglio di oggi. Noi, anziché andare avanti, stiamo regredendo. Io sono del ’58, ma ho veramente tanta nostalgia degli anni Sessanta e Settanta… Il regista nello specifico cosa ha fatto per attualizzare questa atmosfera? Ha scelto il meglio del meglio. Ha radunato un cast strepitoso, un team di affermati professionisti. E ha ottenuto un certo risultato. E naturalmente non è mancato u “lavoro certosino” sulla costruzione dei vari personaggi. Progetti futuri dopo “Hairspray”? Inizio la seconda serie della fiction “Donna detective”. Le riprese cominciano nel gennaio 2009 e dureranno 32 settimane, la regia è affidata a Fabrizio Costa. Insieme a me nel cast, Lucrezia Lante della Rovere e Flavio Montrucchio. Giovanna d’Angi è la debuttante siciliana che l’ha spuntata su parecchie centinaia di ragazze che, la scorsa primavera, si sono presentate al Teatro Sistina di Roma, per sostenere un provino per il ruolo dell’esuberante Tracy Turnblad… Cosa significa per te quest’avventura? Per me vuol dire tanto, è la mia prima esperienza. Un sogno che si realizza e ogni sera è come vivere lo stesso, bellissimo sogno. Tracy e Corny Collins sono i due personaggi di questo spettacolo che “veicolano” determinati valori come, fratellanza, solidarietà e, perché no, anche la bellezza. Tu cosa pensi in merito? Io penso che “Hairspray” in maniera leggera suscita la riflessione su tematiche molto serie, che sono importanti soprattutto per la società di oggi. In questi giorni, ad esempio, si sente troppo parlare di razzismo in televisione… E riguardo al “sogno televisivo” di Tracy? Il “sogno televisivo” di Tracy si realizza, quindi possiamo dire che questa storia racconta in musical la nostra realtà attuale e quotidiana, ambientata negli Anni Sessanta. Questo ruolo lo senti tuo, a livello di vocalità? Io non faccio altro che essere me stessa in scena, perché comunque io e Tracy abbiamo tante cose che ci accomunano. E, certo, dal punto di vista vocale è un ruolo che sento nelle mie corde. Come vivi la tua giornata, pensando che ogni sera salirai sul palcoscenico? Mi alzo al mattino e so che già alle cinque del pomeriggio non riesco più a stare in casa e quindi scappo a teatro. Si è venuto a creare un bel gruppo, quindi stiamo tutti bene insieme. Credo non sia una sensazione solo mia, abbiamo tutti la fretta di venire a teatro ogni giorno.